Chiesa di San Giuseppe dei Ruffi

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La Chiesa di San Giuseppe dei Ruffi, situata a Napoli, è un magnifico esempio di architettura barocca, costruita tra il XVII e il XVIII secolo. Fondata da nobildonne napoletane, la chiesa è dedicata a San Giuseppe. La costruzione iniziò nel 1604 e fu completata con importanti contributi di architetti come Dionisio Nencioni di Bartolomeo, Dionisio Lazzari e Arcangelo Guglielmelli. La facciata della chiesa, caratterizzata da un portico con corpo superiore avanzato e timpano di derivazione borrominiana, accoglie i visitatori con un’imponente scala a doppia rampa, opera di Arcangelo Guglielmelli. L’interno della chiesa, a croce latina con cappelle laterali, è decorato con marmi commessi e stucchi dorati, che esprimono la ricchezza e la raffinatezza dello stile barocco napoletano. Uno degli elementi più notevoli dell’interno è l’altare maggiore, progettato da Dionisio Lazzari e decorato con sculture di Matteo Bottiglieri. L’altare del transetto destro, disegnato da Guglielmelli, ospita la Sacra Famiglia di Girolamo Imparato, mentre l’altare del transetto sinistro, opera dei fratelli Ghetti, include statue di Giuseppe Sammartino e una tela di Luca Giordano raffigurante i Santi Agostino, Teresa del Gesù, Nicola da Tolentino e Guglielmo. La cupola, affrescata da Francesco De Mura, raffigura la Gloria di San Giuseppe, e nei peducci si trovano i quattro Evangelisti dipinti da Paolo De Majo. Le cappelle laterali custodiscono tele di Giacomo Farelli, Giacinto Diano, Antonio Sarnelli e una scultura lignea di Francesco Citarelli. La chiesa è affiancata da due chiostri, uno grande e uno piccolo, costruiti nel XVII secolo su progetto di Dionisio Lazzari. Il chiostro grande, con un giardino delimitato da pilastri e archi acuti, offre un ambiente sereno e modesto, privo di particolari decorazioni, mentre il chiostro piccolo, a pianta quadrata con cinque arcate per lato, è più intimo e raccolto. Durante il XVIII secolo, la chiesa subì numerosi interventi di restauro e ampliamento, specialmente dopo i danni causati dai terremoti del 1734 e del 1805. L’architetto Nicola Tagliacozzi Canale fu incaricato di mettere in sicurezza le strutture e di ridecorare l’interno con nuovi marmi e decorazioni. Il XIX secolo vide ulteriori cambiamenti, con l’eliminazione di un lato del chiostro grande per la creazione di via Duomo, che inserì una cortina residenziale all’interno dell’area conventuale.
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