Palazzo Bricherasio (Torino)
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Palazzo Bricherasio, situato nel cuore di Torino in via Lagrange, rappresenta un esempio magnifico di architettura seicentesca, nonché un luogo di grande rilevanza storica e culturale per la città. Costruito nella prima metà del XVII secolo, l’edificio è stato inizialmente una dimora signorile e ha attraversato diverse fasi di trasformazione e restauro, riflettendo i cambiamenti storici e artistici della città.
La famiglia Solaro di Monasterolo, originaria dell’astigiano e proprietaria del palazzo nel XVIII secolo, commissionò all’architetto Carlo Emanuele Bovis un’importante ristrutturazione nel 1760, introducendo lo stile Rococò, che ancora oggi caratterizza parte degli interni dell’edificio. Questo intervento diede al palazzo una nuova eleganza e raffinatezza, visibile nelle decorazioni e negli arredi delle sale principali.
Tra gli ospiti illustri che hanno abitato Palazzo Bricherasio, uno dei più noti è lo scrittore milanese Giovanni Berchet. Figura centrale del Romanticismo italiano e deputato del Regno di Sardegna, Berchet vi soggiornò dal 1849 al 1851, periodo durante il quale partecipò attivamente alla vita politica torinese al fianco di personaggi come Cavour e Massimo d’Azeglio. Una targa commemorativa, posta sulla facciata dell’edificio, ricorda il suo soggiorno e il suo contributo culturale e politico.
Nel 1855, il palazzo fu acquistato dalla famiglia Cacherano di Bricherasio, una delle più antiche e nobili casate piemontesi, distintasi per il mecenatismo e le opere filantropiche. Il conte Luigi Baldassarre Cacherano di Bricherasio commissionò ulteriori lavori di ristrutturazione, affidati a Barnaba Panizza, che rinnovò gli interni e la facciata in stile neoclassico. La famiglia Bricherasio continuò a risiedere nel palazzo, che divenne un vivace centro di attività culturali, ospitando ricevimenti, mostre e iniziative artistiche organizzate dalla contessa Sofia e frequentate da personalità di spicco come lo scultore Leonardo Bistolfi, lo scrittore Edmondo De Amicis e il musicista Arturo Toscanini.
Un evento di particolare importanza storica avvenne il 1º luglio 1899, quando nel salone principale del palazzo fu firmato l’atto costitutivo della FIAT. Emanuele Cacherano di Bricherasio, affascinato dalle innovazioni meccaniche, fu uno dei promotori e primi soci della nuova società automobilistica, assumendo il ruolo di vicepresidente. Questo momento segnò l’inizio di una delle storie industriali più significative d’Italia.
Dopo la morte prematura di Emanuele nel 1904, Sofia e la madre continuarono le attività di beneficenza, ma con la scomparsa della contessa Sofia nel 1950 e l’assenza di eredi diretti, il palazzo fu donato all’Opera di Don Orione. L’edificio divenne una scuola di ricamo per ragazze in difficoltà e, successivamente, un istituto tecnico per periti meccanici. Tuttavia, dopo un periodo di decadenza, nel 1994 il palazzo fu acquistato dal gallerista Alberto Alessio, che avviò un attento restauro conservativo e ne fece la sede della Fondazione Palazzo Bricherasio, un prestigioso polo espositivo che ospitò importanti mostre internazionali fino alla sua chiusura nel 2009.
Nel 2010, Palazzo Bricherasio fu acquistato dalla Banca Sella, che lo destinò a sede di rappresentanza della Banca Patrimoni Sella & C., garantendo l’accesso al pubblico per visite guidate in determinati periodi dell’anno. Il piano terra del palazzo, rinnovato con una struttura moderna in acciaio e vetro, ospita una caffetteria elegante, mentre gli interni, seppur modificati, conservano ancora elementi originali come lo scalone dei putti di Panizza.
Il palazzo presenta una pianta quadrangolare con proporzioni regolari e una facciata caratterizzata da finestre neoclassiche, semicolonne in bugnato e cornici marcapiano. Il tetto, ristrutturato nel 1994, è dotato di abbaini che ospitano un ampio appartamento privato. Il prospetto principale su via Lagrange, con il portone d’ingresso e l’atrio padronale, conduce a una corte interna quadrangolare, offrendo un affascinante contrasto tra l’antico e il moderno.
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