Basilica di San Paolo Maggiore
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La Basilica di San Paolo Maggiore è uno dei tesori architettonici di Napoli, situata in Piazza San Gaetano, nel cuore del centro antico della città. La sua storia inizia nel I secolo d.C., quando l’area era occupata dal tempio dei Dioscuri, di cui oggi rimangono due imponenti colonne corinzie che decorano la facciata della basilica. Queste colonne, alte circa 11 metri, sono un testimone visibile dell’antichità del sito e conferiscono alla basilica una connessione unica con il passato romano di Napoli.
La prima chiesa dedicata a San Paolo fu costruita tra l’VIII e il IX secolo, in seguito alla vittoria dei napoletani sui Saraceni. Questa struttura primitiva fu poi affidata ai Chierici Regolari Teatini nel 1538, sotto il patrocinio del viceré Pedro de Toledo. I teatini, guidati da San Gaetano Thiene, iniziarono una vasta campagna di ricostruzione alla fine del XVI secolo, con l’architetto Francesco Grimaldi che progettò il transetto e l’abside poligonale. La costruzione proseguì sotto la guida di Giovan Battista Cavagna e Giovan Giacomo di Conforto, completandosi nel 1630.
La facciata della basilica, progettata da Arcangelo Guglielmelli nel XVII secolo, ingloba le due colonne corinzie del tempio romano, creando un effetto visivo di grande impatto. Le statue dei santi Pietro e Paolo, realizzate da Andrea Falcone, arricchiscono ulteriormente l’ingresso principale. Purtroppo, il terremoto del 1688 causò il crollo della facciata originale, che fu poi ricostruita, mantenendo comunque l’integrazione delle antiche colonne.
L’interno della basilica è un trionfo di arte barocca. La navata centrale e il transetto, coperti da volte a padiglione, sono decorati con affreschi e stucchi di grande bellezza. Il soffitto della navata centrale, affrescato da Massimo Stanzione nel XVII secolo, raffigura le storie dei santi Pietro e Paolo e la vittoria dei napoletani sui Saraceni. Anche se danneggiato durante la seconda guerra mondiale, il soffitto conserva ancora parte della sua grandiosità originale.
Le navate laterali ospitano diverse cappelle riccamente decorate. La cappella di San Carlo Borromeo, ad esempio, presenta una pala d’altare di Giuseppe Bonito, mentre la cappella di San Giuseppe Maria Tomasi contiene dipinti di Desiderio de Angelis. La cappella dei Santi Pietro e Paolo custodisce una tavola cinquecentesca di Francesco Cicino e il monumento funebre del matematico Nicola Fergola. Un’altra cappella notevole è quella dell’Angelo Custode, originariamente decorata da Domenico Antonio Vaccaro.
Nel transetto sinistro, la cappella dei Santi Pietro e Paolo, detta anche dell’Immacolata, è decorata con affreschi di Nicola Maria Rossi. La cappella Firrao, situata lungo la parete presbiteriale, è particolarmente pregevole per i rivestimenti in marmi policromi realizzati da Dionisio Lazzari e gli affreschi di Aniello Falcone.
Il bombardamento del 1943 danneggiò gravemente la basilica, ma i lavori di restauro del dopoguerra hanno permesso di recuperare gran parte delle sue bellezze. Durante i lavori di ristrutturazione, furono rinvenuti i resti del primitivo tempio romano e un antico cimitero, ora visitabili.
Uno degli elementi più significativi della basilica è la sacrestia, progettata da Francesco Solimena. Decorata con affreschi raffiguranti angeli, allegorie e virtù, questa sala rappresenta un esempio straordinario di arte barocca napoletana.
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