Basilica di Santa Maria del Carmine
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La Basilica di Santa Maria del Carmine a Firenze è un esempio eccezionale dell’architettura e dell’arte religiosa del periodo rinascimentale e barocco. La sua storia inizia nel 1268, quando fu fondata come parte di un convento carmelitano. La chiesa è famosa soprattutto per ospitare la Cappella Brancacci, decorata da Masaccio, Masolino e completata da Filippino Lippi. Questi affreschi rappresentano uno dei momenti cruciali nella storia dell’arte, segnando l’inizio del Rinascimento in pittura.
La basilica ha subito numerosi cambiamenti e ristrutturazioni nel corso dei secoli. Nel 1328, il complesso fu ampliato e poi ulteriormente modificato nel 1464 con l’aggiunta di una sala del capitolo e di un refettorio. Tuttavia, uno degli eventi più significativi nella storia della chiesa fu il devastante incendio del 1771, che distrusse gran parte dell’interno, risparmiando solo alcune aree, tra cui la Cappella Brancacci. La ricostruzione, avvenuta tra il 1775 e il 1782, fu affidata agli architetti Giuseppe Ruggieri e Giulio Mannaioni.La facciata della chiesa, tuttavia, rimane incompiuta, presentando un aspetto grezzo in pietra e laterizio, un contrasto netto con l’interno riccamente decorato. La navata unica con pianta a croce latina è ornata da dieci cappelle laterali, ciascuna decorata con stucchi e pale dipinte. Le opere d’arte che decorano queste cappelle includono dipinti di artisti come Giorgio Vasari, Gregorio Pagani e Bernardino Poccetti.Una delle cappelle più importanti è la Cappella Maggiore, che ospita un monumentale altare in marmi colorati, bronzo e pietre dure, e le spoglie del beato Angiolo Mazzinghi. Il coro contiene un monumento funebre a Pier Soderini, opera di Benedetto da Rovezzano, e il badalone dietro l’altare è di Domenico Atticciati.Un’altra cappella di notevole interesse è la Cappella Corsini, dedicata a Sant’Andrea Corsini. Edificata nel 1675, la cappella fu progettata da Pier Francesco Silvani in stile barocco. Gli affreschi della cupola, realizzati da Luca Giordano, e gli stucchi di Giovan Battista Foggini, decorano questa cappella che fortunatamente fu risparmiata dall’incendio del 1771.La Cappella del Crocifisso della Provvidenza, situata nel braccio sinistro del transetto, è decorata con stucchi e affreschi del XVIII secolo e ospita un crocifisso ritenuto miracoloso, dipinto su carta. Le pareti della cappella sono adornate con pale che raffigurano la Santa Croce, creando un’atmosfera di devozione e mistero.Il convento adiacente alla basilica ha subito numerose trasformazioni nel corso dei secoli, compresi gli incendi e i bombardamenti. Nonostante ciò, conserva ancora alcune strutture originali, come il chiostro quadrato risalente al 1597-1612, con arcate a tutto sesto e colonne in pietra serena. Le lunette del chiostro sono decorate con affreschi di vari autori del Seicento e Settecento, anche se solo alcune sono sopravvissute fino ad oggi.Un altro ambiente di grande interesse è la sala del Cenacolo, che ospita la monumentale “Ultima Cena” di Alessandro Allori, completata nel 1582. La sala è anche decorata con frammenti di affreschi staccati che rappresentano Storie della Passione e altri temi religiosi, risalenti alla fine del Trecento.La basilica è stata sede di numerose confraternite nel corso della sua storia, che hanno contribuito alla vita religiosa e sociale del quartiere. Tra queste, la compagnia di Sant’Agnese, composta da vedove che organizzavano rappresentazioni teatrali di argomento sacro, era particolarmente attiva e attirava numerosi spettatori.
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