Basilica di Sant'Ambrogio
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La Basilica di Sant’Ambrogio a Milano è uno dei luoghi più significativi della città, sia dal punto di vista storico che architettonico. Fondata tra il 379 e il 386 d.C. per volere del vescovo Ambrogio, la basilica fu costruita fuori dalle mura della città romana di Mediolanum, vicino a un cimitero di martiri cristiani. Originariamente chiamata Basilica Martyrum, fu dedicata ai martiri Gervasio e Protasio, le cui reliquie furono trovate e riposte da Sant’Ambrogio stesso. La basilica ha subito numerose trasformazioni nel corso dei secoli, ma ha mantenuto intatta la sua struttura di base con tre navate absidate e un quadriportico antistante.
L’aspetto attuale della basilica risale in gran parte all’XI secolo, quando fu ricostruita in stile romanico. Questa fase di rinnovamento mantenne l’impianto originario a tre navate e aggiunse nuove volte alla navata centrale. Le navate laterali conservano ancora oggi le volte originali, mentre il tiburio centrale, aggiunto nel XII secolo, crollò e fu ricostruito nel 1196, conferendo alla basilica il suo caratteristico profilo con gallerie di archetti pensili.
Un elemento distintivo della basilica è il quadriportico, che un tempo ospitava i catecumeni e oggi serve come luogo di incontro. I due campanili della basilica, di epoche diverse, aggiungono ulteriore fascino alla struttura: il più basso, di epoca carolingia, e il più alto, detto dei canonici, costruito tra il 1128 e il 1144.
L’interno della basilica è ricco di opere d’arte e dettagli storici. L’altare di Sant’Ambrogio, realizzato tra l’824 e l’859 da Vuolvino, è un capolavoro dell’oreficeria carolingia, ornato con rilievi in oro, argento, pietre preziose e smalti. Il ciborio, di epoca ottoniana, si erge su quattro colonne in porfido rosso e presenta altorilievi in stucco sulle sue facce. Degno di nota è anche il mosaico del catino absidale, risalente al IX secolo, che raffigura il Redentore in trono tra i martiri Gervasio e Protasio e gli arcangeli Michele e Gabriele, accompagnato da scene della vita di Sant’Ambrogio.
Un elemento affascinante della basilica è il sacello di San Vittore in ciel d’oro, una cappella funeraria del V secolo con una volta interamente decorata da foglia d’oro e mosaici raffiguranti sei santi, tra cui Sant’Ambrogio. Questa è la più antica rappresentazione conosciuta del santo milanese.
La basilica di Sant’Ambrogio ha anche un significato storico importante per Milano. Nel 1258, fu il luogo della pace di Sant’Ambrogio, che pose fine alle lotte intestine tra nobili e popolani del Comune di Milano. In epoca medievale, la basilica divenne la sede tradizionale per l’incoronazione dei re d’Italia, una tradizione iniziata nel 961 con l’incoronazione di Ottone I e proseguita con altri imperatori del Sacro Romano Impero.
Durante il Rinascimento, la basilica subì ulteriori modifiche grazie all’opera di Donato Bramante, che progettò i chiostri e la nuova canonica. Nel XIX secolo, la basilica ispirò il poeta Giuseppe Giusti, che la descrisse nella sua poesia “Sant’Ambrogio”, e nel 1929 influenzò la costruzione della Royce Hall dell’Università della California a Los Angeles.
I danni subiti durante i bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale portarono a un esteso programma di restauri negli anni ’50, che riportarono la basilica al suo antico splendore. Recenti scavi archeologici hanno rivelato ulteriori dettagli sul cimitero ad martyres, con la scoperta di numerose tombe di età tardo romana.
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