Chiesa di Orsanmichele

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Orsanmichele è uno degli edifici più affascinanti e storicamente rilevanti di Firenze. Situato nel cuore della città, all’incrocio tra via Calzaiuoli e via dell’Arte della Lana, questo edificio rappresenta un perfetto esempio di come l’architettura, l’arte e la funzione sociale possano intrecciarsi in un unico spazio. La storia di Orsanmichele inizia nell’VIII secolo con un oratorio dedicato a San Michele Arcangelo, costruito in un orto, da cui deriva il nome “Orsanmichele” (orto di San Michele). Nel XIII secolo, l’oratorio fu demolito per far posto a una loggia destinata allo stoccaggio e al mercato delle granaglie, costruita probabilmente sotto la supervisione di Arnolfo di Cambio. Tuttavia, un devastante incendio nel 1304 distrusse la struttura originale e la venerata immagine della Madonna che vi si trovava. Ricostruita a partire dal 1337 su progetto di Simone Talenti, Neri di Fioravante e Benci di Cione Dami, la nuova loggia di Orsanmichele fu completata nel 1406. Durante questo periodo, la loggia fu trasformata in una chiesa dalle corporazioni fiorentine, che iniziarono a decorare le nicchie esterne con statue dei loro santi patroni. Questo processo segnò l’inizio di uno straordinario ciclo scultoreo, che coinvolse alcuni dei più grandi artisti dell’epoca, tra cui Lorenzo Ghiberti, Nanni di Banco, Donatello, Filippo Brunelleschi e Andrea del Verrocchio. La facciata esterna di Orsanmichele è una vera e propria galleria di capolavori scultorei. Ogni nicchia ospitava la statua di un santo protettore, commissionata dalle diverse Arti (le corporazioni di mestiere) di Firenze. Tra le opere più celebri vi è il “San Giorgio” di Donatello, scolpito tra il 1416 e il 1417 per l’Arte dei Corazzai e Spadai, che rappresenta un esempio fondamentale della scultura rinascimentale per il suo realismo e la dinamica espressività. All’interno della chiesa, l’atmosfera è altrettanto suggestiva. L’altare principale ospita un capolavoro gotico: il tabernacolo marmoreo realizzato dall’Orcagna nel 1359 per custodire l’immagine della Madonna delle Grazie, dipinta da Bernardo Daddi nel 1347. Questo tabernacolo è considerato uno degli esempi più raffinati di scultura gotica italiana, con le sue intricate decorazioni e l’uso sapiente del marmo bianco di Carrara. Le vetrate colorate aggiungono ulteriore splendore all’interno di Orsanmichele. Realizzate tra il XIV e il XV secolo, rappresentano scene della vita dei santi e della Vergine Maria, contribuendo a creare un ambiente di profonda spiritualità e bellezza. Ogni dettaglio, dalle trifore gotiche ai pilastri decorati, testimonia l’abilità e l’attenzione degli artisti che lavorarono a questo straordinario progetto. Nel 1569, il granduca Cosimo I de’ Medici trasformò i piani superiori di Orsanmichele in un archivio per i contratti e i testamenti, affidando l’adattamento dei saloni a Bernardo Buontalenti. Questo intervento non solo preservò l’edificio ma aggiunse una nuova dimensione alla sua funzione pubblica, integrando l’architettura medievale con le esigenze amministrative del tempo. Durante il XIX e il XX secolo, Orsanmichele fu oggetto di vari restauri per preservare la sua struttura e le sue opere d’arte. Tra questi, il restauro delle statue, molte delle quali furono trasferite all’interno per proteggerle dagli agenti atmosferici, e sostituite da copie fedeli nelle nicchie esterne. Questo lavoro di conservazione ha permesso di mantenere intatto il legame tra le opere d’arte e il contesto architettonico originario, garantendo al contempo la loro tutela.
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