Chiesa di San Giorgio in Braida
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La Chiesa di San Giorgio in Braida, situata nel quartiere di Veronetta a Verona, è un capolavoro di architettura e arte che riflette secoli di storia e devozione. La sua fondazione risale al 1046, quando il nobile veronese Pietro Cadalo, futuro vescovo di Parma e antipapa, decise di costruire un monastero benedettino dedicato a San Giorgio. Questo primo complesso monastico subì varie vicissitudini, tra cui un periodo di prosperità economica e spirituale tra il XII e il XIII secolo e un devastante terremoto nel 1117, che richiese ampie ricostruzioni.
La struttura attuale della chiesa è frutto di un completo rinnovamento in stile rinascimentale iniziato nel 1441, quando il monastero passò alla congregazione di San Giorgio in Alga. La facciata, costruita in marmo bianco con elementi barocchi, è suddivisa in due ordini architettonici: il livello inferiore, del XVI secolo, è decorato con colonne ioniche, mentre quello superiore, del secolo successivo, presenta colonne corinzie. Nelle nicchie laterali si trovano le statue di San Giorgio e di San Lorenzo Giustiniani.
L’interno della chiesa, completato tra il 1536 e il 1543, è a navata unica con quattro cappelle su ciascun lato, che culminano in un’abside contenente il presbiterio. Uno degli elementi più notevoli è la grande cupola progettata dall’architetto veronese Michele Sanmicheli, che con il suo diametro di 14 metri e l’oculo situato a 34 metri dal pavimento, conferisce maestosità alla struttura. Il campanile romanico, costruito nel XII secolo, rimane come testimonianza delle origini medievali del complesso.
San Giorgio in Braida è rinomata anche per la sua collezione di opere d’arte. Sopra la porta principale, i visitatori possono ammirare il “Battesimo di Cristo” di Tintoretto. Nell’abside si trova il “Martirio di San Giorgio”, capolavoro di Paolo Veronese datato 1564, considerato una delle opere più belle e significative conservate a Verona. Tra le altre opere, spiccano le tele di Paolo Farinati e Domenico Brusasorzi, tra cui “La moltiplicazione dei pani” e “La manna nel deserto”.
Nel corso dei secoli, la chiesa ha subito diverse trasformazioni e ha vissuto periodi di declino e rinascita. Dopo la soppressione della congregazione di San Giorgio in Alga nel 1669, il monastero fu venduto alle suore di Santa Maria di Reggio per finanziare la guerra di Candia. Con la chiusura del convento nel 1807, la chiesa divenne un oratorio dipendente dalla Chiesa di Santo Stefano. Solo nel 1874, San Giorgio in Braida riacquistò la dignità parrocchiale grazie a una decisione della Santa Sede.
Dal punto di vista artistico, oltre alle già citate opere di Tintoretto e Veronese, la chiesa ospita lavori di artisti come Giovan Francesco Caroto, Felice Brusasorzi, Pasquale Ottino, Girolamo dai Libri, Sigismondo de Stefani e Francesco Montemezzano. Queste opere arricchiscono ulteriormente il patrimonio artistico della chiesa, rendendola una tappa imprescindibile per gli appassionati d’arte e per i turisti che visitano Verona.
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