Chiesa di San Giorgio Maggiore (Napoli)
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La Chiesa di San Giorgio Maggiore, situata nel cuore antico di Napoli, è uno dei più antichi edifici religiosi della città, con una storia che si estende dal IV secolo d.C. fino ai giorni nostri. Fondata da San Severo, vescovo di Napoli, come una basilica paleocristiana, la chiesa ha attraversato numerose trasformazioni architettoniche e artistiche, riflettendo i cambiamenti storici e culturali della città.Originariamente conosciuta come “la Severiana” in onore del suo fondatore, la chiesa fu dedicata a San Giorgio nel IX secolo, in seguito alla cacciata dei Longobardi, che aveva profondamente segnato la città. Durante il Medioevo, San Giorgio Maggiore divenne una delle quattro parrocchie principali di Napoli, insieme ai Santi Apostoli, San Giovanni Maggiore e Santa Maria Maggiore. Questo ruolo centrale la rese un punto di riferimento spirituale e sociale per la comunità napoletana.
La struttura originale della chiesa fu in gran parte distrutta da un incendio nel 1640. Il restauro fu affidato al celebre architetto barocco Cosimo Fanzago, che introdusse un’inversione dell’orientamento della chiesa, con l’ingresso principale collocato nell’ex abside. I lavori furono rallentati dalle rivolte di Masaniello e dalla peste del 1656, ma proseguirono sotto la guida di Arcangelo Guglielmelli dopo il terremoto del 1688, che danneggiò ulteriormente l’edificio.
La facciata della chiesa, semplice e priva di decorazioni eccessive, risale al XIX secolo ed è il risultato dei lavori di ristrutturazione durante il Risanamento di Napoli, un vasto progetto urbanistico voluto da Ferdinando II di Borbone. L’ingresso principale, un raro esempio di abside arcuata aperta, è caratterizzato da tre archi su colonne antiche, con capitelli corinzi e un pulvino con un monogramma cristiano. Sopra il portale, una nicchia ospita una statua della Madonna col Bambino, opera ottocentesca di Nicola Massuti su bozzetto di Raffaele Belliazzi.
All’interno, la chiesa presenta due navate, con la navata centrale scandita da tre campate e terminante in un’ampia abside rettangolare. La navata maggiore è coperta da tre cupole, di cui la centrale è la più ampia e alta. La copertura delle navate laterali è a volte a botte, con tre cappelle laterali sulla sinistra, ciascuna decorata con opere d’arte di notevole importanza.
L’altare maggiore, progettato da Camillo Lionti nel 1786, è decorato con sculture di Angelo Viva e custodisce una teca con le reliquie di San Severo. Sopra l’altare, nella zona absidale, si trova un affresco di Aniello Falcone che raffigura San Giorgio che uccide il drago, scoperto durante i lavori di restauro del 1992. L’abside contiene anche due grandi tele di Alessio D’Elia del XVIII secolo: una raffigurante San Severo che resuscita un morto e l’altra, ancora una volta, San Giorgio che uccide il drago.
La chiesa custodisce diverse opere d’arte di valore, tra cui il pulpito marmoreo attribuito a Diego de Siloé e la cattedra medievale di San Severo. Nella sacrestia si trovano ulteriori dipinti, tra cui un San Nicola di Nicola Vaccaro e una Madonna del Velo di Marco Cardisco.
La Chiesa di San Giorgio Maggiore ha subito numerosi restauri e modifiche nel corso dei secoli, specialmente dopo i danni causati dai bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale e dal terremoto dell’Irpinia del 1980. Ogni restauro ha cercato di mantenere l’integrità storica e artistica dell’edificio, restituendo alla città un luogo di culto e di arte di straordinaria bellezza.
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