Chiesa di San Pietro a Majella

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La Chiesa di San Pietro a Majella, situata nel cuore di Napoli, è un emblema dell’architettura gotica della città. Fondata alla fine del XIII secolo su iniziativa di Giovanni Pipino da Barletta, per volere del re Carlo II di Napoli, sorge su un luogo dove precedentemente si trovavano due monasteri femminili dedicati a Sant’Eufemia e Sant’Agata. Dedicata a San Pietro Celestino, noto anche come Celestino V, la chiesa deve il suo nome al romitaggio del santo sulla Maiella, una montagna abruzzese. La costruzione originale della chiesa rispecchiava i canoni gotici dell’epoca, caratterizzati da linee slanciate e archi ogivali. Tuttavia, nel corso dei secoli, la struttura subì numerosi interventi di ampliamento e restauro che ne hanno modificato sia l’aspetto esterno che interno. Tra il 1319 e il 1341, durante il regno di Roberto d’Angiò e Andrea di Ungheria, furono apportate significative modifiche, inclusi lo spostamento in avanti della facciata e l’aggiunta di sei cappelle laterali. L’esterno della chiesa è contraddistinto da una facciata in piperno, con un rosone e una scalinata che precede un portale marmoreo d’ingresso in stile barocco. Il campanile, edificato all’inizio del XIV secolo, è un esempio di architettura gotica provenzale ed è alto 42 metri. Il campanile è suddiviso in quattro piani, con l’ultimo esagonale sormontato da una cuspide. All’interno, la chiesa presenta una pianta a tre navate, separate da pilastri sorreggenti archi gotici, con dieci cappelle laterali e quattro presbiteriali. La navata centrale è caratterizzata da un soffitto a cassettoni decorato con dipinti di Mattia Preti, raffiguranti episodi della vita di San Pietro Celestino e Santa Caterina d’Alessandria. Questi dipinti, realizzati tra il 1657 e il 1673, rappresentano uno dei punti massimi della pittura italiana del Seicento. L’altare maggiore, progettato da Cosimo Fanzago, è decorato con candelieri e grandi vasi in argento, e preceduto da una balaustra in marmi policromi. Sopra l’altare si innalza un crocifisso ligneo del XV secolo, mentre nella tribuna retrostante è collocato un coro ligneo intarsiato della prima metà del XVI secolo. Le cappelle laterali ospitano una serie di opere d’arte di grande valore. Tra queste, spiccano la Cappella Stinga, con tele di Girolamo Cenatiempo e un pavimento maiolicato aragonese, e la Cappella Spinelli-Raetano, con monumenti funebri e dipinti di Giacomo del Pò. La Cappella Leonessa, situata nell’abside, conserva affreschi trecenteschi di un anonimo artista noto come il Maestro della cappella Leonessa. Il complesso monastico adiacente alla chiesa ospita dal 1826 il Conservatorio di San Pietro a Majella, nato dalla fusione di quattro preesistenti conservatori napoletani. Questo istituto è uno dei più prestigiosi conservatori musicali d’Italia e custodisce una biblioteca con una collezione di manoscritti musicali e libretti d’opera, oltre a un museo che espone strumenti storici e ritratti di celebri musicisti legati alla scuola napoletana. La chiesa e il monastero di San Pietro a Majella sono stati oggetto di numerosi restauri nel corso dei secoli. Particolarmente significativo è stato l’intervento tra il 1888 e il 1927, che ha mirato a ripristinare l’originario aspetto gotico dell’edificio. Attualmente, la chiesa è interessata da complessi lavori di restauro finanziati dai fondi europei del Progetto Unesco per il centro storico di Napoli.
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