Chiesa di Santa Maria della Sapienza
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La Chiesa di Santa Maria della Sapienza, situata nel cuore di Napoli lungo via Costantinopoli, è un magnifico esempio di architettura barocca. La sua costruzione iniziò nel 1625 su progetto di Francesco Grimaldi e fu completata nel 1630 da Giacomo Di Conforto, con successivi interventi di Cosimo Fanzago e Dionisio Lazzari. Questi ultimi due artisti lasciarono un’impronta significativa sulla facciata e sugli interni della chiesa, con Fanzago responsabile del progetto generale e Lazzari degli abbellimenti in marmo bianco.
La facciata della chiesa, sebbene semplice nel suo stile rinascimentale, è arricchita da decorazioni marmoree che ne esaltano l’eleganza. All’interno, la chiesa presenta una navata unica con cappelle laterali, decorata con marmi policromi e stucchi dorati. Il pavimento in marmo bianco e ardesia, disegnato da Lazzari, è simile a quello della chiesa di San Gregorio Armeno, e conferisce all’ambiente un aspetto raffinato e armonioso.
Gli affreschi che adornano la volta e l’abside sono opera di Cesare Fracanzano, mentre la cupola è decorata da affreschi di Belisario Corenzio, anche se molti di questi sono andati perduti nel corso degli anni. Le pareti della chiesa sono arricchite da dipinti di vari artisti rinomati dell’epoca, tra cui Massimo Stanzione, Andrea Vaccaro, Micco Spadaro, Hendrick van Somer e Giovanni Bernardo Lama. Queste opere, originariamente collocate nella chiesa, sono state successivamente rimosse per preservarle e ora sono visibili in alcuni musei cittadini o conservate nei depositi della Sovrintendenza.
Uno degli aspetti più interessanti della Chiesa di Santa Maria della Sapienza è la Cappella della Scala Santa, situata all’interno del complesso. Questa cappella, aperta al pubblico solo in rare occasioni, è particolarmente affascinante sia dal punto di vista artistico che architettonico. Tuttavia, la chiesa nel corso degli anni ha subito vari deterioramenti a causa di infiltrazioni d’acqua e mancanza di manutenzione.
Il monastero annesso alla chiesa fu parzialmente demolito alla fine del XIX secolo per fare spazio alla costruzione del Policlinico, che oggi si erge alle spalle della struttura. La parte rimanente del monastero continua a ospitare alcune monache che offrono servizi di accoglienza per studentesse fuori sede.
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