Chiesa di Santa Pelagia
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La Chiesa di Santa Pelagia, situata in via San Massimo a Torino, rappresenta un prezioso esempio di architettura barocca piemontese. La sua costruzione iniziò nel 1769 per volontà delle monache agostiniane, su progetto dell’architetto Filippo Nicolis di Robilant. Questa chiesa è un vero e proprio gioiello del barocco torinese, con una storia che intreccia devozione religiosa e arte sublime.
L’edificio sorge in un contesto urbano ricco di storia, tra i complessi architettonici barocchi di Torino. Le monache decisero di erigere il loro convento e la chiesa già nel 1728, con un primo progetto redatto da Filippo Juvarra, uno degli architetti più celebri del periodo. Tuttavia, fu solo nel 1769 che si diede avvio alla costruzione secondo il progetto definitivo di Nicolis di Robilant, con la chiesa consacrata il 21 settembre 1772 dall’arcivescovo Rorengo di Rorà, sebbene i lavori di allestimento liturgico proseguirono ancora per qualche anno.
La facciata della chiesa è caratterizzata da un pronao con quattro colonne ioniche che sostengono un timpano triangolare. Questo ingresso maestoso conduce a un interno che combina elementi barocchi e pre-neoclassici, con un effetto complessivo di grande eleganza e luminosità. La pianta centrale della chiesa è arricchita da quattro vani ellittici che formano l’ingresso, le due cappelle laterali e il presbiterio. Quest’ultimo, più profondo, ospita il coro delle monache, un’ampia sala semiovale che oggi funge da auditorium e teatro.
Uno degli elementi più affascinanti della chiesa è il coro, decorato con stalli in noce a doppio ordine di sedili e sormontato da una balconata lignea riccamente decorata. Qui si trova una grande pala d’altare di Vittorio Amedeo Rapous, raffigurante il Beato Amedeo di Savoia tra i mendicanti, intercedente presso la Vergine con San Filippo Neri e San Vincenzo de’ Paoli. Questa opera, donata nel 1780 da Vittorio Amedeo III, rappresenta una sintesi perfetta tra devozione religiosa e impegno caritatevole, riflettendo l’eredità spirituale della Controriforma.
Le tre pale d’altare di Vittorio Blanchery, discepolo di Beaumont, sono altrettanto degne di nota. La pala dell’altare maggiore raffigura la Vergine che incorona Santa Pelagia con i Santi Agostino e Monica, mentre le pale degli altari laterali rappresentano San Francesco di Sales in contemplazione del Sacro Cuore di Gesù e San Luigi Gonzaga sostenuto da un angelo in contemplazione del Crocifisso. Queste opere, con i loro temi mistici e devozionali, rispecchiano la spiritualità e l’iconografia post-tridentina.
La chiesa di Santa Pelagia ha subito vari restauri nel corso dei secoli. Il primo significativo intervento di restauro risale al 1931, ma la chiesa subì gravi danni durante un’incursione aerea nel 1943, quando una bomba distrusse parte del tetto e della volta dell’abside, danneggiando il pavimento e alcune tele dell’altare maggiore e della cappella laterale sinistra. Tra il 1998 e il 2008, la chiesa è stata oggetto di un restauro complessivo che ne ha ripristinato l’antico splendore.
Oggi, la chiesa è gestita dall’Opera Munifica Istruzione, un’istituzione che deriva dalla “Mendicità Istruita”, fondata per fornire assistenza educativa ai poveri. L’auditorium del coro ospita regolarmente eventi culturali e musicali, continuando a svolgere un ruolo vitale nella comunità torinese.
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