Ex Mattatotio
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Rione XX - Testaccio
L’ex Mattatoio di Testaccio è un esempio affascinante di come l’architettura industriale del XIX secolo possa essere trasformata per soddisfare le esigenze culturali e sociali contemporanee. Inaugurato nel 1891 e progettato dall’architetto Gioacchino Ersoch, il complesso del Mattatoio rappresentava uno dei più grandi e moderni macelli d’Europa. L’area copriva circa 105.000 metri quadrati, con padiglioni dedicati a diversi tipi di macellazione, tra cui suini, bovini e ovini, tutti collegati da un sistema di ganci per il trasporto delle carcasse, garantendo igiene e efficienza.
La scelta della posizione nel rione Testaccio non fu casuale. La vicinanza al fiume Tevere facilitava il trasporto degli animali e dei prodotti finiti, sfruttando un sistema di logistica che ricalcava le antiche rotte commerciali romane. Tuttavia, la mancanza di abitazioni nelle vicinanze comportò la costruzione di edifici residenziali per ospitare i lavoratori del mattatoio, dando origine all’attuale quartiere di Testaccio. Gli operai spesso ricevevano parte del loro salario in natura, sotto forma del cosiddetto “quinto quarto”, le parti meno pregiate degli animali, che divennero la base della cucina tradizionale romana, famosa per piatti come la coda alla vaccinara.Il Mattatoio continuò a operare fino al 1975, quando fu definitivamente chiuso. Successivamente, l’area rimase in stato di abbandono per diversi anni, fino a quando non iniziò un processo di riqualificazione negli anni ’90. Questo progetto di restauro, culminato nel 2002 con l’apertura del Mattatoio come sede distaccata del Museo di Arte Contemporanea di Roma (MACRO), ha trasformato l’ex mattatoio in un vivace centro culturale.Uno degli aspetti più affascinanti della visita al Mattatoio è la possibilità di esplorare i vecchi padiglioni e i corridoi che un tempo erano attraversati dagli animali. La struttura conserva ancora i ganci di metallo e le tracce del passato industriale, offrendo un contrasto suggestivo con le moderne installazioni artistiche. Questo dialogo tra passato e presente rende il Mattatoio un luogo unico, dove la memoria storica si intreccia con la creatività contemporanea.Il quartiere di Testaccio, con il suo caratteristico monte di cocci (Monte Testaccio), una collina artificiale formata dai frammenti di anfore romane, è il contesto ideale per questa rinascita culturale. La vivace scena gastronomica e i mercati tradizionali del quartiere riflettono l’influenza duratura del Mattatoio sulla vita quotidiana e l’economia locale. Testaccio è diventato un simbolo di come un’area urbana possa reinventarsi, mantenendo viva la propria storia e identità.Il restauro del Mattatoio è stato un esempio di successo di archeologia industriale e riqualificazione urbana. Gli interventi di conservazione hanno preservato l’originalità e la modernità delle strutture, mentre l’adattamento degli spazi ha creato nuove opportunità per l’espressione artistica e culturale. La riapertura del Mattatoio come spazio culturale ha non solo salvaguardato un pezzo importante della storia industriale di Roma, ma ha anche dato nuova vita a un intero quartiere.
Oggi, il Mattatoio ospita una varietà di spazi culturali e artistici, inclusi padiglioni per mostre d’arte contemporanea, performance teatrali e concerti. Un esempio significativo è La Pelanda, uno spazio dedicato a esposizioni e laboratori artistici. Il complesso è anche sede di un mercato biologico e di un negozio di biciclette, e ospita regolarmente eventi come mercati di dischi in vinile e festival gastronomici, rendendo il Mattatoio un punto di riferimento per la cultura alternativa e l’innovazione sociale a Roma.
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