Museo Fallologico Islandese

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L’Icelandic Phallological Museum, situato a Reykjavík, è una delle attrazioni più uniche e curiose dell’Islanda. Questo museo, dedicato alla collezione e all’esposizione di peni e parti genitali maschili di diverse specie animali, rappresenta un’esplorazione scientifica e culturale che va oltre il semplice esibizionismo. Fondato nel 1997 da Sigurður Hjartarson, un ex insegnante di storia, il museo ha acquisito una notorietà internazionale grazie alla sua collezione singolare e all’approccio serio e scientifico alla sessuologia. La storia del museo inizia con Hjartarson, che ha sviluppato un interesse per i peni animali durante la sua infanzia, quando ricevette come dono un pene di toro essiccato utilizzato come frusta per il bestiame. Questo primo esemplare ha scatenato una passione che si è trasformata in una collezione vasta e diversificata, comprendente esemplari di oltre 200 specie diverse, tra cui balene, foche, orsi polari e vari mammiferi terrestri. L’obiettivo del museo è duplice: da un lato, promuove la ricerca scientifica e la comprensione delle diverse forme e funzioni degli organi genitali maschili nel regno animale; dall’altro, sfida le percezioni culturali e sociali sul sesso e la sessualità. La collezione include peni conservati in formaldeide, esemplari essiccati e riproduzioni modellate. Oltre ai campioni reali, il museo ospita una varietà di opere d’arte e manufatti legati alla fallica, tra cui sculture, incisioni e oggetti di uso quotidiano. Una delle sezioni più affascinanti del museo è dedicata ai cetacei. L’esemplare più grande della collezione è il pene di una balenottera azzurra, che misura circa 1,7 metri e pesa quasi 70 chilogrammi. Questo esemplare è un punto focale per molti visitatori, impressionati non solo dalle dimensioni, ma anche dalla rara opportunità di vedere da vicino una parte del corpo così difficile da osservare in natura. Il museo non si limita alla biologia; esplora anche l’iconografia fallica attraverso la storia e le culture del mondo. Le rappresentazioni falliche sono state simboli di fertilità, potere e protezione in molte civiltà, dall’antica Grecia e Roma alle culture indigene dell’Africa e delle Americhe. Le opere d’arte e gli oggetti esposti illustrano come il simbolismo fallico sia stato utilizzato in rituali, religioni e arti visive, offrendo una prospettiva globale sulla sua importanza culturale. Un aneddoto curioso riguarda la donazione del primo pene umano. Il museo ha ricevuto una promessa di donazione da un uomo islandese che ha stipulato un contratto legale per donare il suo pene dopo la sua morte. Questo esemplare è stato accolto con grande interesse e curiosità, e ha sollevato questioni etiche e scientifiche su come conservare e presentare parti del corpo umano. Questa sezione del museo, ancora in evoluzione, rappresenta un territorio delicato e complesso, che il museo tratta con il massimo rispetto e rigore. Dal punto di vista sociale e culturale, l’Icelandic Phallological Museum ha suscitato reazioni contrastanti. Alcuni lo considerano un’attrazione bizzarra e controversa, mentre altri apprezzano il suo contributo alla discussione aperta e non giudicante sulla sessualità. Il museo ha anche stimolato dibattiti accademici e ha attratto studiosi di sessuologia, antropologia e storia dell’arte, che lo vedono come una risorsa preziosa per la ricerca interdisciplinare. Politicamente, il museo è un esempio di come l’Islanda, con la sua tradizione di apertura e innovazione, affronti temi delicati e tabù in modo progressista. La fondazione del museo è stata sostenuta da finanziamenti pubblici e privati, e il governo islandese ha riconosciuto il suo valore culturale e scientifico. Questo sostegno riflette un atteggiamento di inclusività e curiosità intellettuale che caratterizza la società islandese.
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