Museo Marino Marini

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Il Museo Marino Marini di Firenze è un’affascinante fusione tra antico e moderno, ospitato nella storica chiesa sconsacrata di San Pancrazio. Questo edificio, le cui origini risalgono all’anno 1000, è stato riadattato in diverse epoche e ha svolto molteplici funzioni, dalla sede della Lotteria Imperiale di Francia a tribunale, fino a diventare una fabbrica di tabacco e un deposito militare. Dal 1988, dopo un accurato restauro, ospita le opere del celebre scultore toscano Marino Marini, offrendo ai visitatori un’esperienza unica che intreccia architettura storica e arte contemporanea​. Marino Marini, nato a Pistoia nel 1901, è uno degli artisti italiani più influenti del XX secolo. Dopo aver studiato all’Accademia di Belle Arti di Firenze, Marini sviluppò un linguaggio artistico unico, caratterizzato da sculture che esplorano temi archetipici come il cavaliere e la dea Pomona, simboli rispettivamente di virtù e fertilità. La sua carriera fu segnata da numerosi riconoscimenti internazionali e le sue opere sono esposte in musei di tutto il mondo​. La collezione permanente del museo comprende 183 opere di Marini, tra cui sculture, dipinti, disegni e incisioni, donate dall’artista stesso e dalla sua vedova, Marina. Le opere sono esposte su quattro livelli, in un allestimento che privilegia la luce naturale e permette una fruizione dinamica e coinvolgente. Tra le sculture più imponenti spicca il gruppo equestre “Aja” (1957-58), collocato nel centro dello spazio liturgico originario e illuminato dalla grande finestra absidale​. Uno degli aspetti più affascinanti del Museo Marino Marini è l’integrazione con la Cappella Rucellai, che ospita il Tempietto del Santo Sepolcro, un monumento funebre progettato da Leon Battista Alberti nel XV secolo. Questo angolo sacro della chiesa, ancora consacrato, offre ai visitatori una rara combinazione di arte sacra rinascimentale e scultura moderna, creando un dialogo temporale e artistico unico nel suo genere​. Marini è noto per le sue rappresentazioni di cavalieri e cavalli, che evolvono stilisticamente nel corso della sua carriera. Prima della Seconda Guerra Mondiale, le sue opere riflettevano un’armonia ideale tra uomo e animale, simbolo di un ordine naturale e civile. Tuttavia, l’esperienza devastante della guerra cambiò profondamente la sua visione artistica. Le opere del dopoguerra, come la serie dei “Miracoli” iniziata nel 1952, esprimono una rottura di questa armonia, rappresentando cavalli impazziti e cavalieri in lotta, metafore della condizione umana post-bellica caratterizzata da disordine e frammentazione​. Il museo non è solo un luogo di esposizione ma anche un centro culturale vivo, che organizza mostre temporanee e eventi dedicati all’arte contemporanea. La Fondazione Marini San Pancrazio, che gestisce il museo, promuove attività educative e di ricerca, contribuendo a mantenere viva l’eredità artistica di Marini e a favorire il dialogo con le nuove generazioni di artisti e studiosi​.
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