Porta Maggiore
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Rione XV - Esquilino
Porta Maggiore, uno dei monumenti più affascinanti e complessi di Roma, è molto più di una semplice porta cittadina. Situata all’incrocio tra le vie Prenestina e Casilina, questa straordinaria struttura non solo fungeva da ingresso monumentale alla città, ma rappresenta anche un capolavoro dell’ingegneria romana, combinando funzionalità, arte e storia in un’unica opera architettonica.
Costruita nel 52 d.C. sotto l’imperatore Claudio, Porta Maggiore è in realtà un doppio arco monumentale che faceva parte dell’acquedotto Claudio, una delle più importanti infrastrutture idrauliche dell’antica Roma. L’acquedotto Claudio trasportava acqua fresca dalle sorgenti Aniene Vecchia e Aniene Nuova fino alla città, coprendo una distanza di circa 69 chilometri. L’acqua attraversava la porta su due livelli, unendo in questo punto le vie Labicana e Praenestina, e proseguendo poi verso il centro di Roma.
La struttura della Porta Maggiore è realizzata in travertino, un materiale ampiamente utilizzato nell’architettura romana per la sua resistenza e bellezza. L’imponente arco centrale, fiancheggiato da due arcate minori, è decorato con elementi architettonici tipici del periodo claudio, come pilastri scanalati e capitelli corinzi. Le iscrizioni dedicatorie presenti sulla porta celebrano l’imperatore Claudio per la costruzione dell’acquedotto e per altri interventi di miglioramento delle infrastrutture cittadine.
Un aspetto unico di Porta Maggiore è il suo ruolo come incrocio di due acquedotti: l’Anio Vetus e l’Aqua Claudia. Questa doppia funzione è visibile nella complessità della sua struttura e nei dettagli ingegneristici che permettevano il passaggio dell’acqua su due livelli distinti. Le arcate superiori, oggi non più visibili, sostenevano i condotti dell’acqua, mentre quelle inferiori fungevano da passaggio per i viaggiatori e le merci che entravano ed uscivano dalla città.
Nel corso dei secoli, Porta Maggiore ha subito vari cambiamenti e adattamenti. Durante il medioevo, la porta e le strutture adiacenti furono integrate nelle difese urbane e utilizzate come parte delle fortificazioni cittadine. Nel Rinascimento, furono realizzati vari interventi di restauro per preservare la bellezza e la funzionalità della porta. Un significativo restauro fu commissionato da Papa Sisto V nel XVI secolo, che incluse la rimozione di alcune strutture medievali aggiunte nel corso del tempo e il restauro delle decorazioni originali.
Un aneddoto interessante riguarda la vicina tomba del fornaio Eurysaces, un monumento funerario del I secolo a.C. situato appena fuori dalla porta. La tomba, costruita in forma di un grande forno da pane, è decorata con rilievi che celebrano il mestiere del defunto. Questo monumento funebre è una testimonianza della diversità sociale ed economica della Roma antica, dove anche un fornaio poteva lasciare un’impronta duratura nella storia della città. Recenti interventi di restauro hanno cercato di preservare Porta Maggiore per le future generazioni, affrontando problemi di degrado e inquinamento che minacciano la struttura. Questi lavori hanno incluso la pulizia delle superfici in travertino, il consolidamento delle strutture portanti e l’implementazione di nuove tecniche di conservazione per proteggere le iscrizioni e le decorazioni originali.
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