Chiesa di Santa Maria in Trivio
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Rione II - Trevi
La Chiesa di Santa Maria in Trivio, situata nel rione Trevi di Roma, è un gioiello di architettura barocca con una storia ricca e affascinante. Originariamente conosciuta come Santa Maria in Xenodochio, per la sua vicinanza a un ospizio per ammalati e pellegrini fondato dal generale bizantino Belisario nel 537, la chiesa ha attraversato numerose trasformazioni e cambiamenti di denominazione nel corso dei secoli.
Nel 1535, la chiesa era parrocchia, ma fu soppressa nel 1601, ripristinata nel 1669 e definitivamente soppressa da Papa Leone XII nel 1825. Nel 1571, fu affidata all’ordine dei Crociferi, che ricostruirono la chiesa tra il 1573 e il 1575 sotto la guida dell’architetto Giacomo Del Duca. La facciata è vivacemente animata da paraste, cornici, finestre, targhe e nicchie, creando un effetto dinamico e accogliente.
L’interno della chiesa è ad un’unica navata, con abside e otto cappelle laterali, quattro per lato. La volta, affrescata da Antonio Gherardi tra il 1669 e il 1670, è incorniciata da stucchi dorati e raffigura scene della vita di Maria, tra cui la Presentazione al tempio, l’Assunzione e la Circoncisione di Gesù. Altre scene includono la Natività della Vergine, la Visita di Elisabetta, la Fuga in Egitto, Gesù fra i dottori nel tempio, l’Adorazione dei Magi e la Sacra Famiglia.
Le cappelle laterali sono ricche di opere d’arte di grande valore. Nella prima cappella a destra, due lapidi commemorano la concessione della chiesa ai Camilliani e la visita di Giovanni XXIII nel 1963. La seconda cappella ospita un altare dedicato alla Madonna del Preziosissimo Sangue, con un quadro attribuito a Pompeo Batoni, di cui è presente una fotografia, mentre l’originale è conservato nel museo della Congregazione ad Albano. Nella terza cappella si trova un crocifisso del 1350 circa, di scuola veneziana, e nel sottarco sono raffigurate scene della Passione dipinte da Francesco Grimaldi. La quarta cappella presenta una tela raffigurante una Crocifissione con la Vergine, San Giovanni e la Maddalena, opera dello stesso Grimaldi.
All’altare maggiore, sopra il tabernacolo, si trova una tavola con la Madonna col bambino del XV secolo, inserita in una raggiera dorata e sormontata da una corona donata dal Capitolo Vaticano nel 1677. Le cappelle sul lato sinistro, risalendo verso l’uscita, ospitano ulteriori opere d’arte: il Martirio di San Cleto del cappuccino Cosimo Piazza nella prima cappella; l’urna con le spoglie di San Gaspare del Bufalo, fondatore della Congregazione a cui appartiene la chiesa, nella seconda cappella; una tela raffigurante Santa Maria Maddalena comunicata dall’angelo, opera di Luigi Scaramuccia, nella terza cappella; e due lapidi commemorative nella quarta cappella, che ricordano la consacrazione della chiesa nel 1675 e la traslazione dei resti mortali del venerabile don Giovanni Merlini.
Il soffitto della sacrestia è decorato con un affresco di Bartolomeo Morelli del 1674, raffigurante il Trionfo della croce. Questo dettaglio architettonico e artistico aggiunge ulteriore valore alla chiesa, che è stata recentemente restaurata nel 1999, riportando alla luce i colori vivaci e la ricchezza dei dettagli delle decorazioni interne.
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