La Biennale di Venezia - Padiglione del Brasile
Europa,
Italia,
citta,
Castello
Il Padiglione del Brasile alla Biennale di Venezia rappresenta un punto focale di esplorazione e dialogo culturale, offrendo una piattaforma per le voci artistiche brasiliane nel contesto internazionale. Sin dalla sua prima partecipazione nel 1964, il padiglione ha presentato una vasta gamma di opere che riflettono le complesse dinamiche sociali, politiche e culturali del Brasile.
Progettato dall’architetto Henrique Mindlin, il Padiglione del Brasile è un esempio notevole di architettura modernista, con linee pulite e un design funzionale che facilita un’interazione fluida tra le opere d’arte e l’ambiente circostante. Il padiglione è situato nei Giardini della Biennale, uno dei principali spazi espositivi della manifestazione, dove dialoga con altre strutture architettoniche iconiche provenienti da tutto il mondo.
L’edizione del 2023, intitolata “Terra”, è stata curata da Gabriela de Matos e Paulo Tavares, che hanno focalizzato l’esposizione sul concetto di terra sia come elemento fisico che come simbolo culturale e spirituale. La mostra ha trasformato il padiglione in uno spazio immersivo, coprendo l’intera area espositiva con terra per creare un collegamento diretto tra i visitatori e le tradizioni indigene e quilombola del Brasile. Questo gesto simbolico è servito a enfatizzare la connessione intrinseca tra l’uomo e la natura, sottolineando l’importanza della terra come fonte di vita, memoria e futuro.
Un’installazione significativa di questa edizione è stata “De-colonizing the Canon”, che ha cercato di sfidare le narrazioni storiche dominanti relative alla fondazione di Brasilia, la capitale del Brasile, costruita in un’area che era precedentemente abitata da popolazioni indigene e quilombola. Questa parte dell’esposizione ha incluso una varietà di media, come proiezioni audiovisive e mappe etno-storiche, per presentare una visione più complessa e inclusiva della storia territoriale e architettonica brasiliana.
La seconda galleria, intitolata “Places of Origin, Archaeologies of the Future”, ha presentato il video “The Shaking of the House of the Tower” di Ayrson Heráclito, che esplora il concetto di eredità e memoria attraverso una lente archeologica. Questa sezione ha incluso anche progetti e pratiche socio-spaziali che riflettono le conoscenze indigene e afro-brasiliane sul territorio, mettendo in evidenza l’importanza della resilienza e della sostenibilità.
L’edizione del 2024 del Padiglione del Brasile, intitolata “Hãhãwpuá”, continua su questa linea di esplorazione culturale, focalizzandosi sulla resistenza indigena e sulla riconquista dei territori ancestrali. Curata da Arissana Pataxó, Denilson Baniwa e Gustavo Caboco Wapichana, la mostra include opere di artisti come Glicéria Tupinambá e la Comunità Tupinambá di Serra do Padeiro e Olivença, Bahia. Questi artisti utilizzano i loro lavori per affrontare temi di marginalizzazione e violazione dei diritti, invitando i visitatori a riflettere sulla resilienza e sulla memoria collettiva.
La mostra “Ka’a Pûera: we are walking birds” del 2024 allude alle terre coltivate che, dopo essere state raccolte, diventano dormienti per poi risorgere, e ai piccoli uccelli che si mimetizzano nella foresta. Questa metafora potente rappresenta la capacità di rigenerazione e resistenza delle popolazioni indigene brasiliane, che continuano a lottare per il riconoscimento e la conservazione delle loro terre e culture.
Leggi Tutto