Palazzo di Giustizia
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Il Palazzo di Giustizia, situato in Piazza Cavour a Roma, è uno degli edifici più imponenti e significativi della città, non solo per la sua funzione istituzionale ma anche per la sua rilevanza architettonica e storica. Progettato dall’architetto perugino Guglielmo Calderini, la costruzione iniziò nel 1889 e si concluse nel 1911. Il palazzo, noto anche come “Palazzaccio” dai romani, è un esempio distintivo dello stile umbertino, una fusione di influenze rinascimentali e barocche, arricchito da un’enorme quantità di decorazioni in travertino.
La scelta del sito per il Palazzo di Giustizia fu determinata dalla necessità di centralizzare gli organi giudiziari della nuova capitale del Regno d’Italia, dopo la sua unificazione. Il terreno alluvionale su cui sorge l’edificio richiese importanti lavori di fondazione, con una grande piattaforma in calcestruzzo per garantire la stabilità della struttura. Durante gli scavi, furono rinvenuti numerosi reperti archeologici, tra cui sarcofagi e una bambola d’avorio appartenente alla giovane Crepereia Tryphaena, oggi esposta al Museo Centrale Montemartini.
Il palazzo si estende per una superficie di 170 per 155 metri ed è completamente rivestito in travertino, conferendo un aspetto maestoso e solido. La facciata principale, rivolta verso Piazza dei Tribunali, è adornata da statue di otto giureconsulti: Cicerone, Papiniano, Giovanni Battista De Luca, Giambattista Vico, Gaio, Erennio Modestino, Lucio Licinio Crasso e Salvio Giuliano. Queste statue, insieme alle decorazioni elaborate e ai rilievi, contribuiscono a creare un’immagine di grandiosità e solennità.
Un elemento distintivo dell’edificio è la grande quadriga in bronzo, opera dello scultore Ettore Ximenes, posta sul lato rivolto verso il Tevere. Questa imponente scultura rappresenta un simbolo di forza e giustizia, dominando la vista della facciata posteriore. Sulla stessa facciata, uno stemma in bronzo di Casa Savoia sottolinea l’importanza storica e istituzionale del palazzo.
All’interno, il Palazzo di Giustizia è altrettanto impressionante. La Sala della Corte di Cassazione, conosciuta anche come Aula Magna o Aula Massima, è decorata con affreschi dedicati alla Scuola del Diritto di Roma, iniziati dal senese Cesare Maccari e completati dal suo allievo Paride Pascucci dopo l’improvvisa paralisi di Maccari nel 1909. Questi affreschi illustrano scene della storia giuridica romana, celebrando l’eredità legale dell’antica Roma e il suo influsso sul diritto moderno.
L’inaugurazione del palazzo avvenne l’11 gennaio 1911 alla presenza del re Vittorio Emanuele III, con una cerimonia solenne che segnò la fine di un lungo e travagliato periodo di costruzione, caratterizzato da polemiche sui costi e sulle difficoltà tecniche. Le critiche all’opera, che culminarono in un’inchiesta parlamentare nel 1912, contribuirono a creare la leggenda metropolitana del suicidio di Calderini, che però non trova riscontro nelle cronache dell’epoca.
Nel periodo tra il 1926 e il 1943, il palazzo ospitò il Tribunale Speciale Fascista, un’istituzione che giudicava i reati contro lo Stato fascista. Durante l’occupazione tedesca di Roma, fu utilizzato come postazione per fucilazioni. Questi episodi bui della storia italiana aggiungono un ulteriore strato di complessità e significato all’edificio.
Nel secondo dopoguerra, problemi di stabilità del terreno richiesero ulteriori lavori di restauro iniziati nel 1970. Durante questi anni, fu avanzata l’ipotesi di demolire l’edificio a causa dei costi elevati necessari per il suo mantenimento, ma alla fine prevalse l’opzione di conservarlo, riconoscendo il suo valore storico e simbolico.
Oggi, il Palazzo di Giustizia ospita la Corte Suprema di Cassazione e il Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Roma, oltre alla Biblioteca Centrale Giuridica. La sua imponente struttura continua a dominare Piazza Cavour, rappresentando un simbolo della giustizia italiana e un monumento alla storia architettonica di Roma.
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