Statua di Marforio

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Rione X - Campitelli
Marforio è una delle sei statue parlanti di Roma, celebri per essere state il veicolo di satira e critica sociale dal XVI secolo in poi. Questa statua monumentale, un tempo situata nel Foro di Augusto, oggi si trova nel cortile di Palazzo Nuovo, uno degli edifici dei Musei Capitolini. La storia, l’arte e l’architettura che circondano Marforio sono affascinanti e complesse, offrendo uno sguardo profondo sulla cultura romana attraverso i secoli. Marforio è una statua colossale in marmo, raffigurante una figura maschile distesa, con sembianze tipiche di una divinità fluviale. La statua misura circa 3,75 metri di lunghezza ed è scolpita in un marmo bianco di alta qualità. La sua posa rilassata, con il braccio destro appoggiato a una roccia e il sinistro che tiene un oggetto non ben definito, conferisce alla statua un’aria maestosa e tranquilla. Alcuni storici dell’arte ritengono che la statua rappresenti il dio del fiume Tevere o Oceano, sebbene l’identificazione esatta rimanga incerta.La statua di Marforio ha una storia travagliata e ricca di spostamenti. Originariamente collocata nel Foro di Augusto, fu successivamente trasferita nei pressi dell’Arco di Settimio Severo, quindi nel cortile del Palazzo dei Conservatori e infine, nel 1594, posizionata nel cortile di Palazzo Nuovo, dove risiede tuttora. Durante questi spostamenti, la statua è stata soggetta a diverse interpretazioni e ha acquisito una crescente rilevanza culturale e politica.Marforio è forse meglio conosciuto per il suo ruolo di statua parlante, una tradizione romana che vedeva l’affissione di versi satirici e critici sui monumenti pubblici. Questi messaggi anonimi, noti come “pasquinate” (dal nome di un’altra statua parlante, Pasquino), venivano utilizzati per esprimere il malcontento popolare verso i potenti, criticare il clero o ridicolizzare i costumi sociali dell’epoca. Marforio, in particolare, divenne famoso per i suoi dialoghi immaginari con Pasquino, creando un vivace scambio di battute che riflettevano le opinioni e le preoccupazioni dei cittadini romani.L’uso delle statue parlanti come strumento di satira politica è un esempio affascinante di come l’arte pubblica possa essere re-interpretata e riutilizzata per scopi sociali e politici. Marforio, con la sua imponente presenza e il suo ruolo nella cultura popolare, incarna perfettamente questa dinamica. La sua funzione non si limitava a quella di decorazione urbana, ma diventava un mezzo attraverso il quale il popolo romano poteva comunicare e sfogare il proprio dissenso in un’epoca in cui la libertà di espressione era fortemente limitata.Dal punto di vista artistico, Marforio rappresenta un esempio eccellente di scultura romana imperiale. La qualità del marmo e la maestria della lavorazione sono evidenti nei dettagli del volto e del corpo, che mostrano una profonda comprensione dell’anatomia umana e una notevole abilità tecnica. La statua è stata oggetto di numerosi studi e restauri nel corso dei secoli, con l’intento di preservarne l’integrità e garantirne la fruibilità per le generazioni future.Un aneddoto interessante riguardo a Marforio risale al XVII secolo, quando Papa Innocenzo X ordinò la rimozione delle statue parlanti dalla vista pubblica per reprimere le critiche anonime che vi venivano affisse. Tuttavia, la tradizione delle pasquinate era così radicata nella cultura romana che i cittadini continuarono a trovare modi per esprimere le loro opinioni, spostando i loro messaggi su altre statue e monumenti.Oggi, Marforio è parte integrante del percorso espositivo dei Musei Capitolini, dove i visitatori possono ammirare da vicino questa straordinaria opera d’arte e riflettere sulla sua storia complessa e affascinante. La statua è esposta nel cortile di Palazzo Nuovo, circondata da altre sculture antiche, che insieme offrono una panoramica sulla grandezza e la varietà dell’arte romana.
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