Tempio di Castore e Polluce (o dei Dioscuri)
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Rione X - Campitelli
Il Tempio della Concordia, situato nel Foro Romano, è uno degli edifici più significativi della Roma antica, sia per la sua importanza storica che per la sua architettura. Costruito per la prima volta nel 367 a.C. da Lucio Furio Camillo, il tempio fu dedicato alla dea Concordia per commemorare la riconciliazione tra patrizi e plebei, avvenuta grazie alle leggi Licinie-Sestie che permisero ai plebei di accedere al consolato.
Il tempio si trovava in una posizione strategica, ai piedi del Campidoglio, vicino alla Curia e al Comitium, luoghi chiave per la vita politica della Repubblica Romana. La sua collocazione era simbolica, poiché rappresentava la necessità di armonia e collaborazione tra le diverse classi sociali di Roma.
Il tempio originale subì numerosi danni nel corso dei secoli, tra cui un grave incendio nel 210 a.C. che distrusse gran parte del Foro. Fu ricostruito interamente nel 121 a.C. da Lucio Opimio, che lo ampliò e lo arricchì con decorazioni sontuose per celebrare la ritrovata concordia dopo i disordini causati dall’assassinio del tribuno della plebe Tiberio Gracco. Questa ricostruzione rese il tempio uno degli edifici più imponenti del Foro, con un’ampia cella decorata con colonne corinzie e rilievi dettagliati.
Durante l’epoca imperiale, il tempio fu ulteriormente restaurato sotto il regno di Augusto, quando Tiberio, futuro imperatore, dedicò il tempio nel 10 d.C. dopo aver completato i lavori iniziati da Augusto. Questo restauro incluse l’aggiunta di un pronao esastilo e l’uso di marmi pregiati, come il marmo lunense e il cipollino. La cella fu decorata con sculture e rilievi di alta qualità, che rappresentavano scene mitologiche e storiche.
Il Tempio della Concordia non era solo un luogo di culto, ma anche un centro politico e culturale. Durante la tarda Repubblica e l’Impero, il tempio fu utilizzato per riunioni del Senato, soprattutto in periodi di crisi. Qui, Cicerone pronunciò una delle sue orazioni più celebri contro Catilina, invitando il Senato a difendere la concordia e l’ordine della Repubblica. Questo uso del tempio sottolinea la sua importanza simbolica come luogo di pace e armonia sociale.
Nel Medioevo, il tempio cadde in disuso e molte delle sue strutture furono smantellate per recuperare materiali da costruzione. Le colonne e i marmi furono riutilizzati in altri edifici, e il tempio fu ridotto a un rudere. Tuttavia, parte delle fondamenta del podio e della cella sopravvissero, testimoniando l’antica grandezza del tempio.
Nel XVIII secolo, durante l’epoca del Grand Tour, il tempio divenne una meta obbligata per artisti e intellettuali europei, che ne ammiravano le rovine e ne studiavano l’architettura. Figure come Goethe e Winkelmann descrissero il tempio nei loro scritti, contribuendo a riscoprire l’importanza culturale e storica dell’edificio.
Oggi, i resti del Tempio della Concordia sono visibili nel Foro Romano, accanto al Tabularium e al Tempio di Vespasiano. Sebbene rimangano solo poche tracce dell’edificio originale, le fondamenta e alcune decorazioni marmoree offrono un’idea della magnificenza del tempio e della sua rilevanza nella storia di Roma.
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