Chiesa di Santa Maria Maddalena
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Rione III - Colonna
La Chiesa di Santa Maria Maddalena, situata nel rione Colonna di Roma, è uno splendido esempio di architettura rococò. La sua costruzione iniziò nel XVII secolo e fu completata nel 1735. La chiesa fu inizialmente costruita su una cappella del Trecento e venne affidata a San Camillo de Lellis nel 1586, diventando la sede centrale dell’ordine dei Camilliani.
La facciata della chiesa, completata da Giuseppe Sardi, è un’opera d’arte rococò caratterizzata da curve sinuose e ricche decorazioni, tanto da valere alla chiesa il soprannome di “chiesa di zucchero” per la somiglianza alle decorazioni di una torta. Nonostante le critiche iniziali, la facciata è diventata uno degli esempi più rappresentativi di questo stile a Roma.
L’interno della chiesa è altrettanto impressionante. La pianta è ottagonale allungata, con due cappelle su ogni lato. Il transetto, sormontato da una cupola progettata da Carlo Fontana, contiene il “cappellone” di San Camillo de Lellis, che conserva le sue spoglie mortali, e quello di San Nicola di Bari. La cappella dell’altare maggiore è decorata con affreschi che rappresentano Gesù che predica alle turbe e una biondissima Maddalena alla sua destra. Sopra l’altare, una grande tavola raffigura la Maddalena in preghiera.
Tra le opere d’arte conservate nella chiesa, si devono ricordare il “Cristo, la Vergine e San Nicola di Bari” del Baciccia, il “San Lorenzo Giustiniani che adora il Bambino” di Luca Giordano e “L’Umiltà” di Carlo Monaldi. La Madonna della Salute, nella seconda cappella a destra della navata centrale, è attribuita da alcuni al Beato Angelico e risale alla fine del Quattrocento o ai primi del Cinquecento.
La sacrestia della chiesa è considerata una delle più belle e meglio conservate di Roma. Decorata in stile rococò, presenta una profusione di dipinti, volute, dorature e policromie. Particolarmente notevoli sono gli armadi in legno dipinto a finto marmo alternati a finestre trompe-l’œil.
In controfacciata, si trovano la doppia cantoria e l’organo a canne, con esuberante decorazione lignea dorata. Il complesso plastico risale al 1706, disegnato da Giulio Carlo Quadri e realizzato da Giovan Domenico Barbiani. Le statue in stucco bianco della Carità e della Speranza, sul parapetto, e della Fede e della Religione, sulla cassa dell’organo, sono di Alessandro Richenbach. L’organo, costruito da Giuseppe Testa, fu modificato più volte, perdendo la sua fisionomia fonica originaria, e fu integralmente ricostruito in stile neobarocco contemporaneo dai Fratelli Ruffatti nel 1977.
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