Palazzo Bonasoni (Bologna)

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Palazzo Bonasoni, situato in Via Galliera 21 a Bologna, è un edificio di grande rilevanza storica e artistica, costruito nella seconda metà del XVI secolo per volere di Galeazzo Bonasoni. Questo magnifico palazzo rappresenta un perfetto esempio dell’architettura rinascimentale bolognese, con elementi decorativi e strutturali che riflettono l’eleganza e la raffinatezza del periodo. La storia del palazzo inizia con la famiglia Caccianemici dall’Orso, proprietaria delle strutture originarie trecentesche su cui fu edificato il nuovo edificio. Galeazzo Bonasoni acquistò queste strutture e commissionò la ricostruzione del palazzo, che fu probabilmente progettato dall’architetto Antonio Morandi, detto il Terribilia. La facciata del palazzo, sebbene presenti alcune irregolarità dovute alle preesistenze quattrocentesche, è un esempio straordinario di armonia architettonica. Il portico sopraelevato, con le sue colonne e gli archi, aggiunge un senso di maestosità e grandezza all’edificio. Nel corso dei secoli, Palazzo Bonasoni ha conosciuto numerosi passaggi di proprietà, che hanno contribuito a plasmare il suo aspetto e la sua storia. Dal 1609 al 1615 fu dei Tanari, poi passò ai Ranuzzi fino al 1704, quindi ai Volta nel 1739, e successivamente ai Grati. Nel 1804 il palazzo fu acquistato dal marchese Francesco Scarani e, dopo ulteriori passaggi, arrivò nelle mani della famiglia Zucchini e dei Bevilacqua. Dal 1931, i proprietari furono gli Zerbini, i Pellegrini-Quarantotti e infine i Gamberini. Oggi, dal 2004, Palazzo Bonasoni è la sede del Settore Patrimonio Culturale della Regione Emilia-Romagna, continuando a svolgere un ruolo importante nella vita culturale della città. Gli interni del palazzo testimoniano i numerosi passaggi di proprietà e le diverse epoche di decorazione. Al piano nobile, la decorazione settecentesca voluta dai Ranuzzi comprendeva una prospettiva di Giuseppe Maria Mitelli, purtroppo perduta. Intorno al 1739, i Volta commissionarono a Vittorio Maria Bigari la realizzazione di un’alcova decorata con puttini, anch’essa non più esistente. Tuttavia, il cantiere Bonasoni della seconda metà del XVI secolo ha lasciato tracce significative, come un affresco raffigurante la Guerra di Troia, attualmente coperto da un controsoffitto. Del ciclo pittorico originale sopravvive un fregio scialbato con allegorie e paesaggi che richiamano lo stile di Niccolò dell’Abate. Nel cortile del palazzo, un elemento di grande interesse è la scultura in marmo di Venere, adagiata in una nicchia aperta. Questa statua, databile all’ottavo decennio dell’Ottocento, è attribuita a Carlo Monari, uno scultore noto per il suo stile classicista e per la sua attenzione ai dettagli veristi. Un aspetto particolarmente affascinante del palazzo è la combinazione di elementi rinascimentali con aggiunte e modifiche successive che riflettono le diverse epoche storiche. I soffitti delle sale ottocentesche, decorati con Muse e putti inquadrati da ornamentazioni neorocaille, sono attribuiti a Girolamo Dal Pane, un artista che ha lavorato anche nei palazzi Spada e Malvezzi De’ Medici. Palazzo Bonasoni non è solo un esempio di architettura storica, ma anche un luogo di vita culturale contemporanea. Ospita eventi culturali, mostre e conferenze, contribuendo a mantenere vivo l’interesse per la storia e l’arte bolognese. La sua attuale funzione come sede del Settore Patrimonio Culturale della Regione Emilia-Romagna sottolinea l’importanza del palazzo come centro di conservazione e promozione del patrimonio culturale. Un aneddoto interessante riguarda la Venere di Monari nel cortile del palazzo. La statua, con la sua grazia e bellezza, è stata per lungo tempo un simbolo di eleganza e arte raffinata, attirando l’attenzione di visitatori e studiosi. La scultura, con il suo stile classico, rappresenta un esempio perfetto dell’arte ottocentesca e della capacità degli artisti del tempo di reinterpretare i modelli antichi con un tocco di realismo moderno.
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