Fontana dei Quattro Fiumi
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La Fontana dei Quattro Fiumi, situata al centro di Piazza Navona a Roma, è un capolavoro del barocco romano, progettato da Gian Lorenzo Bernini e realizzato tra il 1648 e il 1651. Questo monumento, commissionato da Papa Innocenzo X Pamphilj, rappresenta i quattro fiumi principali dei continenti allora conosciuti: il Danubio per l’Europa, il Gange per l’Asia, il Nilo per l’Africa e il Rio della Plata per le Americhe. La fontana è sovrastata dall’obelisco Agonale, proveniente dal Circo di Massenzio, e combina magistralmente scultura e architettura per creare un’opera dinamica e suggestiva.
La storia della fontana inizia con la volontà di Papa Innocenzo X di abbellire Piazza Navona, uno dei luoghi più vivaci di Roma. Nel 1647, il pontefice affidò la costruzione dell’acquedotto Vergine a Francesco Borromini per portare l’acqua alla piazza e bandì un concorso per la progettazione della fontana. Gian Lorenzo Bernini, che all’epoca non godeva del favore del Papa, riuscì a ottenere l’incarico grazie all’intercessione di Olimpia Maidalchini, cognata del pontefice. Bernini realizzò un modellino in argento della fontana, che colpì talmente tanto Olimpia da convincere il Papa a sceglierlo come architetto dell’opera.
La realizzazione della fontana non fu priva di controversie. Il costo elevato dell’opera fu finanziato tramite una tassazione sul pane, una misura che suscitò malcontento tra i cittadini romani. Tuttavia, Bernini riuscì a completare la fontana in pochi anni, lavorando con un team di abili scultori, tra cui Giovan Maria Franchi, Giacomo Antonio Fancelli, Claude Poussin, Antonio Raggi e Francesco Baratta.
La fontana è composta da una grande vasca ellittica alla base, da cui emerge un gruppo scultoreo centrale in travertino. Al centro si erge l’obelisco Agonale, un’antica imitazione romana degli obelischi egizi. La scelta di collocare l’obelisco su una struttura cava, sostenuta solo dagli angoli della base, fu un’innovazione architettonica di Bernini che sfidava i canoni dell’epoca.
I quattro colossi che rappresentano i fiumi sono scolpiti in marmo bianco e posizionati intorno all’obelisco. Ognuno di essi è caratterizzato da dettagli iconografici che ne simboleggiano le peculiarità geografiche e culturali. Il Danubio, scolpito da Antonio Raggi, indica uno degli stemmi dei Pamphilj, simbolo dell’autorità del Papa sull’Europa. Il Nilo, opera di Giacomo Antonio Fancelli, ha il volto coperto da un panneggio, a simboleggiare l’ignota fonte del fiume all’epoca. Il Gange, scolpito da Claude Poussin, regge un remo che ne indica la navigabilità, mentre il Rio della Plata, di Francesco Baratta, tiene in mano un sacco di monete d’argento, allusione alla ricchezza delle sue terre.
La fontana è ricca di simbolismi e dettagli naturalistici. Intorno ai colossi, Bernini ha inserito una varietà di animali e piante che rafforzano il legame tra i fiumi e i loro ambienti naturali. Tra gli animali rappresentati ci sono un cavallo che esce dalle rocce, un leone che si abbevera, un coccodrillo (o un armadillo) che emerge dal lato del Rio della Plata, un serpente di mare e un delfino nella vasca. La palma africana che si innalza accanto al leone e altre piante, come i fichi d’India, completano il paesaggio esotico e pittoresco.
La Fontana dei Quattro Fiumi non fu subito apprezzata da tutti. Alcuni critici dell’epoca consideravano l’opera eccessivamente teatrale e carica di dettagli, ma col tempo la fontana è diventata uno dei simboli più amati di Roma, ammirata per la sua capacità di unire arte e natura in una composizione armoniosa e dinamica.
Nel corso dei secoli, la fontana ha subito diversi interventi di restauro per preservarne la bellezza e la funzionalità. Un primo restauro importante fu effettuato dall’Istituto Centrale per il Restauro, finanziato dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali, che si occupò di pulire la fontana da escrementi e vegetazione infestante, consolidare le aree danneggiate e installare un sistema elettrostatico per allontanare i volatili. Un secondo restauro è stato eseguito nel 2021 per monitorare lo stato conservativo e riparare danni minori, come il distacco della mandibola del leone.
Un aneddoto interessante riguarda la rivalità tra Bernini e Borromini. La tradizione vuole che Bernini abbia scolpito la figura del Rio della Plata con la mano alzata in segno di difesa, quasi a temere il crollo della chiesa di Sant’Agnese in Agone, progettata da Borromini e situata di fronte alla fontana. Tuttavia, questa storia è solo una leggenda, poiché la costruzione della chiesa iniziò solo dopo il completamento della fontana.
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