Ponte Sant'Angelo

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Ponte Sant’Angelo, uno dei ponti più iconici di Roma, collega il centro della città con Castel Sant’Angelo, unendo così il rione Ponte al rione Borgo. Originariamente chiamato Pons Aelius, fu costruito nel 134 d.C. dall’imperatore Adriano per collegare il suo mausoleo, ora conosciuto come Castel Sant’Angelo, alla città. Realizzato in peperino e rivestito in travertino, il ponte è composto da cinque arcate, con tre principali e due minori, che ne supportano la struttura e ne aumentano la resistenza alle piene del Tevere. Nel Medioevo, il ponte fu ribattezzato Ponte Sant’Angelo in seguito alla visione avuta da Papa Gregorio Magno dell’Arcangelo Michele che rinfoderava la spada sulla sommità del mausoleo, segno della fine della pestilenza del 590. Questa visione conferì un nuovo significato spirituale al ponte, che divenne un passaggio simbolico per i pellegrini diretti alla Basilica di San Pietro. Un episodio drammatico avvenne durante il Giubileo del 1450, quando il ponte, affollato da pellegrini, vide crollare una delle sue balaustre, provocando la morte di 172 persone. Questo tragico evento portò all’abbattimento di alcune case all’ingresso del ponte per agevolare il deflusso dei pellegrini e alla costruzione di due cappelle, successivamente demolite per motivi di difesa nel 1527. Nel 1535, Papa Clemente VII commissionò l’installazione delle statue di San Pietro e San Paolo all’ingresso del ponte, simboli di accoglienza e protezione per i pellegrini. Nel 1669, Papa Clemente IX ordinò a Gian Lorenzo Bernini di realizzare un nuovo parapetto decorato con dieci statue di angeli, ciascuno dei quali porta uno strumento della Passione di Cristo. Le statue furono scolpite dagli allievi di Bernini sotto la sua supervisione, con Bernini stesso che realizzò gli angeli con la corona di spine e il cartiglio. Tuttavia, queste due statue furono considerate troppo belle per essere esposte alle intemperie e furono sostituite da copie, mentre gli originali furono collocati nella chiesa di Sant’Andrea delle Fratte. Le statue degli angeli sono distribuite lungo il ponte in coppie, ciascuna raffigurante un momento della Passione di Cristo. Ad esempio, l’angelo con la colonna e l’angelo con i flagelli, scolpiti rispettivamente da Antonio Raggi e Lazzaro Morelli, rappresentano la flagellazione di Cristo. Ogni angelo è posizionato su una base decorata con iscrizioni latine che ne spiegano il simbolismo, rendendo il ponte non solo un’opera d’arte ma anche un percorso spirituale. Un aspetto affascinante del Ponte Sant’Angelo è la sua illuminazione notturna, che mette in risalto le linee architettoniche e le statue, creando un effetto suggestivo che attrae turisti e residenti. Le luci accentuano la bellezza delle sculture e la maestosità del ponte, rendendolo uno dei luoghi più fotografati di Roma. Una delle caratteristiche distintive del ponte è la sua capacità di resistere alle piene del Tevere. Le sue solide fondamenta e la struttura ad arcate consentono di gestire il flusso dell’acqua, prevenendo danni significativi durante le frequenti inondazioni. Questa robustezza ha permesso al ponte di rimanere funzionale e sicuro per oltre mille anni, un vero testamento all’ingegneria romana.
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